Sembra un paradosso, ma per vincere a lungo bisogna ragionare come se si fosse perso, non devi mai sentirti al sicuro, ci vogliono antenne dritte sulla realtà e sugli altri, quelli che hai appena battuto.
Sono loro, infatti, che da buoni antagonisti cercano i rimedi, sono loro che studiano e ristudiano i tuoi metodi e i tuoi schemi per trovare i punti deboli o provano a inventarsi qualcosa di nuovo per spiazzarti.
All’improvviso, puoi ritrovarti vecchio, costretto a inseguire, e il ritmo del cambiamento è veloce.
Squadra che vince non si tocca, recita una delle regole auree più citate, ma è un luogo comune e nasconde un errore.
Va cambiata: con giudizio, senza stravolgerla, ma va cambiata.
Altrimenti diventa un bersaglio fisso per gli altri, prevedibile, mentre ben calibrate novità aiutano a tenere sveglia la tensione all’interno del gruppo, ad arricchirlo, nel carattere e nei risultati.
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